Concordato Preventivo Biennale: come salvare i benefici con il ravvedimento entro 60 giorni
- Dott. Lorenzo Rigoni

- 17 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Con l’entrata in vigore della riforma fiscale prevista dal d.lgs. n. 13/2024, il Concordato Preventivo Biennale (CPB) rappresenta una delle principali novità introdotte per la compliance fiscale di professionisti, lavoratori autonomi e imprese di minori dimensioni.
Tra le diverse previsioni normative, assume particolare rilevanza la possibilità di mantenere i benefici del concordato anche in caso di errori o omissioni, grazie al ravvedimento operoso effettuato entro 60 giorni dal ricevimento dell’avviso bonario.
Cos’è il Concordato Preventivo Biennale (CPB)
Il CPB consente ai contribuenti di determinare in via preventiva il reddito imponibile o il valore della produzione netta IRAP per un biennio, sulla base di una proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate tramite modelli di calcolo che si fondano su elementi dichiarati dal contribuente e sulle informazioni disponibili al Fisco.
Chi aderisce al concordato beneficia di:
Preclusione agli accertamenti tributari per le imposte dirette e IRAP sul reddito concordato.
Semplificazioni negli obblighi dichiarativi e contabili, per alcune categorie di contribuenti.
Maggiore certezza nella pianificazione fiscale per due periodi d’imposta.
Cosa succede in caso di irregolarità: il ruolo dell’avviso bonario
Durante la vigenza del concordato, il contribuente resta comunque soggetto ai controlli automatici e formali sulle dichiarazioni fiscali. In caso di errori, omissioni o irregolarità emergenti dagli automatismi di controllo, l’Agenzia delle Entrate può trasmettere il c.d. avviso bonario.
L’avviso bonario è una comunicazione con la quale il Fisco informa il contribuente della presenza di anomalie, concedendogli la possibilità di regolarizzare spontaneamente la posizione, beneficiando di sanzioni ridotte rispetto a quelle ordinarie.
Ravvedimento entro 60 giorni: salvaguardia del concordato
Una delle questioni più rilevanti per chi aderisce al CPB riguarda proprio le conseguenze di un’irregolarità. Infatti, in linea generale, il mancato rispetto degli obblighi tributari e contributivi comporta la decadenza dal concordato.
Tuttavia, il legislatore ha previsto un importante meccanismo di tutela:
il contribuente che regolarizza gli omessi o insufficienti versamenti attraverso il ravvedimento operoso entro 60 giorni dalla ricezione dell’avviso bonario non perde i benefici del concordato.
In altri termini:
Se il contribuente paga quanto dovuto, con sanzioni e interessi ridotti, entro 60 giorni dall’avviso bonario, il concordato rimane efficace.
Se il pagamento viene effettuato oltre il termine di 60 giorni, il contribuente decade dal concordato, con conseguente applicazione del regime ordinario di accertamento per gli anni interessati.
Riferimenti normativi
Questa previsione è disciplinata dall’art. 7 del d.lgs. 13/2024, che introduce l’istituto del CPB, e dalle indicazioni dell’Agenzia delle Entrate rese disponibili nei documenti di prassi e nei chiarimenti successivi alla riforma.
Vantaggi pratici della regolarizzazione tempestiva
Per i contribuenti aderenti al concordato, il ravvedimento entro i 60 giorni consente di:
Evitare la decadenza dal concordato, conservando la protezione rispetto agli accertamenti.
Ridurre le sanzioni, grazie all’applicazione delle percentuali più basse previste dal ravvedimento operoso.
Gestire in modo più sereno eventuali errori, senza pregiudicare la stabilità della posizione fiscale per il biennio concordato.
Conclusione
Il ravvedimento operoso rappresenta dunque uno strumento fondamentale per preservare i benefici del Concordato Preventivo Biennale, evitando che eventuali errori formali o omessi versamenti comportino la decadenza dal regime agevolato.
È quindi opportuno, per i contribuenti aderenti, monitorare con attenzione eventuali avvisi bonari e provvedere tempestivamente alla regolarizzazione, sfruttando la finestra di 60 giorni prevista dalla normativa


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