Auto d’epoca: investimenti e normativa

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Investire in Auto d’Epoca: Opportunità, Vantaggi Fiscali e Costituzione di una Società per la Gestione del Parco Auto

Le auto d’epoca non rappresentano soltanto una passione per i motori e la storia automobilistica, ma anche un’opportunità di investimento. Tuttavia, è essenziale conoscere la

disciplina normativa e fiscale

che regola la materia e valutare la possibilità di costituire una

società dedicata alla gestione e valorizzazione di un parco auto storico

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1. Disciplina Fiscale delle Auto d’Epoca in Italia

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Definizione di Auto di Interesse Storico e Collezionistico

La definizione ufficiale è contenuta nell’art. 60 del Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285):

“Sono considerati veicoli di interesse storico e collezionistico quelli iscritti negli appositi registri previsti dall’Automobile Club Storico Italiano (ASI), dalla Federazione Motociclistica Italiana (FMI), Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo.”

Per ottenere agevolazioni, il veicolo deve essere:

• ultratrentennale, ovvero immatricolato da più di 30 anni,

• iscritto in uno dei registri storici riconosciuti.

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Bollo Auto e Tassa di Circolazione

• L’art. 63, comma 2, della Legge 342/2000 stabilisce che:

“I veicoli di età superiore a 30 anni sono esenti dal pagamento del bollo auto, salvo utilizzo su pubblica via, per il quale è dovuta una tassa di circolazione forfettaria.”

Questa tassa varia a livello regionale, ma si attesta generalmente su:

• 25-31 euro per autovetture,

• 10-12 euro per motocicli.

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Assicurazione Agevolata

Anche le compagnie assicurative prevedono polizze specifiche per i veicoli storici, regolamentate secondo il Codice delle Assicurazioni Private (D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209), con costi agevolati ma limitazioni su:

• chilometraggio annuo,

• numero di conducenti autorizzati,

• utilizzo per eventi e manifestazioni.

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Plusvalenze sulla Cessione

Secondo l’art. 67 del TUIR (D.P.R. 917/1986), le plusvalenze derivanti dalla vendita di beni mobili non costituiscono reddito imponibile se:

• la cessione è occasionale e non abituale,

• il bene è detenuto per fini personali o collezionistici.

Tuttavia, se la compravendita di auto d’epoca diventa frequente o organizzata, l’attività è considerata d’impresa ai sensi dell’art. 55 del TUIR, e le plusvalenze sono tassate come reddito d’impresa, con IVA e imposte dirette.

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2. Costituzione di una Società per la Gestione del Parco Auto

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Tipologie Societarie

Per la gestione organizzata di un parco di auto d’epoca si possono costituire:

• Società a Responsabilità Limitata (SRL) ex art. 2462 c.c.

• Società Semplificata (SRLS) ex art. 2463-bis c.c.

• Società di Persone (SNC, SAS) ex artt. 2291-2312 c.c.

La SRL è la forma più indicata per:

• proteggere il patrimonio personale,

• gestire con maggiore professionalità l’attività di valorizzazione, noleggio e commercio di auto d’epoca.

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Inquadramento Fiscale della Società

• IVA: obbligatoria su compravendite e noleggio.

• IRES: aliquota del 24% sugli utili (art. 77 TUIR).

• IRAP: imposta regionale sulle attività produttive (3,9% circa).

• Contributi INPS: se la società svolge attività prevalente di commercio e noleggio.

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3. Vantaggi della Gestione in Forma Societaria

• Deduzione di tutti i costi legati a manutenzione, assicurazione, spazi di rimessaggio.

• Gestione professionale della valorizzazione e del restauro.

• Sfruttamento commerciale tramite noleggio per eventi, servizi fotografici, film.

• Possibilità di accedere a bandi o agevolazioni per la tutela dei beni culturali e storici.

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Conclusione

Investire in auto d’epoca può rappresentare un’opportunità sia culturale che finanziaria. La costituzione di una società dedicata consente di:

• ottimizzare i benefici fiscali,

• sviluppare un business strutturato,

• gestire in modo efficiente il patrimonio automobilistico.