La lite tra soci di società di persone
- Dott. Lorenzo Rigoni
- 17 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Ecco Come prevenire e gestire le liti tra soci: un consiglio utile e due strategie efficaci per la exit strategy
In ogni impresa, soprattutto nelle piccole e medie realtà, la collaborazione tra soci è un elemento fondamentale per la crescita e la stabilità. Tuttavia, anche i rapporti più solidi possono incrinarsi nel tempo. Litigi e dissapori tra soci non sono eccezioni, ma fasi quasi inevitabili della vita societaria, spesso accentuate da contesti economici difficili e da pressioni interne all’azienda.
Le cause principali di conflitto possono essere molteplici: visioni divergenti sul futuro dell’impresa, approcci diversi alla gestione operativa, passaggi generazionali mal gestiti o aspettative non allineate tra i soci. In particolare, situazioni di parità al 50% o la presenza di legami familiari possono alimentare tensioni che rischiano di paralizzare l’attività aziendale. In tutti i casi, c’è una certezza: quando i soci litigano, l’azienda è la prima a pagarne le conseguenze in termini di produttività, redditività e clima interno.
1. Prevenire i conflitti: uno statuto su misura
La prevenzione resta la strategia più efficace. Sin dalla nascita della società, è fondamentale dotarsi di uno statuto ben strutturato, pensato su misura per i soci e l’impresa. Troppe volte, per fretta o per risparmio, si opta per statuti standard che non tengono conto delle specificità del progetto imprenditoriale.
Uno degli strumenti più utili da inserire in fase iniziale è la regolamentazione del diritto di recesso. Questa clausola permette a un socio, in caso di gravi dissensi, di uscire dalla società, cedendo la propria quota a un soggetto già individuato – spesso la stessa società – e a un valore stabilito da una perizia indipendente. Questo consente di pianificare un’uscita ordinata, evitando che il conflitto degeneri e danneggi l’impresa.
Oltre al recesso, è utile prevedere altre clausole come il diritto di prelazione, il gradimento di nuovi soci, il diritto di controllo per i soci non amministratori o la possibilità di escludere un socio in caso di gravi inadempienze. Tutti strumenti che aiutano a gestire eventuali divergenze con regole già scritte e condivise.
2. Cessione delle quote: una via d’uscita diretta
Quando il conflitto è già in atto, una soluzione spesso adottata è la cessione della partecipazione da parte di uno dei soci all’altro. Si tratta di una via semplice, ma che può incontrare ostacoli sul piano fiscale: il socio uscente tende a fissare un prezzo che copra anche il carico fiscale, rendendo più difficile trovare un accordo.
Per rendere questa operazione più sostenibile, è possibile ricorrere alla rideterminazione del valore delle quote societarie, un’operazione che consente di rivalutare le partecipazioni pagando un’imposta sostitutiva contenuta (attualmente pari all’8%). In questo modo, il socio può “affrancare” le plusvalenze latenti e ridurre il peso fiscale in caso di futura vendita. È una strategia utile anche in ottica di passaggio generazionale, soprattutto se gli eredi non sono interessati a proseguire l’attività.
3. Scissione non proporzionale: quando serve separare le strade
Quando i contrasti sono insanabili e il dialogo non è più possibile, una strategia più radicale ma efficace è la scissione non proporzionale. Si tratta di un’operazione straordinaria che consente di dividere l’attività aziendale in due o più rami autonomi, trasferendo a ciascun socio (o gruppo di soci) la piena proprietà di una parte dell’azienda.
In pratica, si creano due nuove società, ciascuna controllata da un socio, che potranno proseguire le rispettive attività separatamente, ognuno con i propri mezzi, clienti e risorse. L’operazione non comporta la realizzazione di plusvalenze e quindi non genera imposte dirette rilevanti, se non quelle fisse per l’iscrizione e l’eventuale voltura degli atti.
Questa strada è stata riconosciuta anche dall’Agenzia delle Entrate come fiscalmente legittima, purché motivata da una valida ragione economica, come appunto il superamento di un conflitto insanabile tra i soci. È una soluzione che può salvare il valore generato dall’impresa e consentire ai soci di proseguire, ognuno per conto proprio, evitando ulteriori danni alla società originaria.
In conclusione, la gestione delle liti tra soci richiede lucidità, pianificazione e, spesso, l’intervento di un professionista esperto. Prevenire è sempre meglio, ma anche quando i contrasti emergono, esistono strumenti e strategie concrete per affrontarli con intelligenza, limitando i danni e salvaguardando il valore costruito nel tempo.
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